giovedì 1 dicembre 2016

REFERENDUM: Sì E NO A CONFRONTO ALLE 18 SU RADIO IDROSQALO.



Oggi, alle ore 18, su Radio Idrosqalo, nella rubrica “IN BOCCA ALLO SQALO”, condotta da STEFANO SALVEMME, sarà ospitato il dibattitto “LE RAGIONI DEL SI E DEL NO AL REFERENDUM”. In studio: MONICA PICCA (Fratelli D’Italia) e GIOACCHINO ASSOGNA (Partito Socialista Italiano) PER IL NO. ANTONIO CALIENDO (Partito Democratico) e un Cittadino PER IL Sì.

RADIO IDROSQALO non solo SI SCHIERA PER IL NO, ma invita tutti i cittadini a votare contro la ‘riforma’ Boschi-Verdini che persino Prodi, passando dal No al Sì, definisce priva della “profondità e chiarezza necessarie”.


Radio Idrosqalo non appartiene ai c.d. Signorsì italioti che nell’urna voteranno sì per paura, per interesse, per conformismo, per servilismo. Non è stata scalfita nelle sue convinzioni dalla potentissima macchina di propaganda, soldi, tv, giornali, radio, spot, poteri nazionali e internazionali di Renzi, che si sta comprando a una a una le caste e le corporazioni con denaro pubblico, ingannando metà del Paese con promesse-patacca e terrorizzando l’altra metà con spauracchi inesistenti o paure fondate, ma totalmente scollegate da questo voto (se certe banche sono al collasso, non è colpa di chi vota No e non sarà la vittoria del Sì a riportarle in salute, visto che finora questo governo non ha mosso un dito per risanarle). Non si rafforza la democrazia abolendo le elezioni per il Senato. Si rafforza la democrazia dicendo la VERITA’.

- Le banche, i mercati, lo spread, il pil, gli investimenti, le bollette, i salari, le tasse, gli immigrati, la criminalità, i baby killer, i malati di cancro, epatite C e diabete, non c’entrano nulla. E il fatto che i fautori del Sì li tirino in ballo, la dice lunga sulla miseria delle loro ragioni

- La stabilità del governo non dipende dal referendum, che non riguarda il governo, ma una legge costituzionale imposta dal governo.
- L’argomentazione che il Sì sia un ‘viva Renzi’ e il No è ‘abbasso’, che il grosso dei No è di provenienza grillina”, che il No sarebbe addirittura destraccia della peggior specie: “Il No di sinistra affogherà dentro il No di destra, quello di Brunetta, Berlusconi e Salvini, e soprattutto dentro il No grillino”, segnando la vittoria di “figure politiche alle quali, della Costituzione, non è mai importato un fico secco” (invece Briatore, Vacchi, Marchionne, Confalonieri, Confindustria, l’ambasciatore americano, Schäuble, Juncker, Jp Morgan, Cicchitto, Verdini, Pera, Casini, Ferrara, Feltri, Tosi, Pisicchio, De Luca, Bondi, Alfano, sono tutti cultori della Costituzione iscritti alla Terza Internazionale) è di una pochezza senza pari. La Costituzione, scritta e votata nel 1946-47 da monarchici, ex fascisti, liberali, democristiani, repubblicani, socialisti e comunisti, deve essere difesa per salvarla da una “riforma” peggiorativa e poco importa che votino per il NO la Cgil, Fiom, Magistratura democratica, Associazione partigiani, costituzionalisti e intellettuali progressisti, la sinistra Pd, la galassia ex-Sel, Possibile, i 5Stelle, Libertà e Giustizia, il Fatto, il manifesto, Micromega e molte firme di Repubblica.
- La proposta di riforma costituzionale non supera il bicameralismo, anzi lo rende più confuso e crea conflitti di competenza tra Stato e regioni, tra Camera e nuovo Senato.
- Inoltre, non produce semplificazione, bensì moltiplica fino a dieci i procedimenti legislativi incrementando la confusione

- E’ falso che diminuiranno i costi della politica. I costi del Senato sono ridotti solo di un quinto.

- Il potere centrale ne uscirebbe rafforzato a danno delle autonomie, private di mezzi finanziari e la partecipazione diretta da parte dei cittadini viene ridotta portando da  50.000 a 150.000 le firme per i disegni di legge di iniziativa popolare

- Fatto gravissimo, la riforma proposta è scritta in modo da non essere comprensibile, nonostante sia una riforma costituzionale e viene proposta da un Parlamento eletto con una legge elettorale (Porcellum) dichiarata incostituzionale ed è stata scritta dal Governo e non dal Parlamento, come avrebbe dovuto essere.
- Infine, non garantisce la sovranità popolare, né l’equilibrio tra i poteri costituzionali. Infatti, insieme alla nuova legge elettorale (Italicum) già approvata espropria la sovranità al popolo e la consegna a una minoranza parlamentare che solo grazie al premio di maggioranza si impossessa di tutti i poteri e mette gli organi di garanzia (Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale) in mano alla falsa maggioranza prodotta dal premio.

Dunque, se vince il SI, i cittadini si troveranno con ancora meno poteri decisionali e sarà calpestata la volontà del corpo elettorale, mortificato il Parlamento e si instaurerà un regime politico fondato sul governo del partito unico!


Il 4 dicembre vota consapevolmente per il NO. La Costituzione è un bene comune e suoi eventuali miglioramenti dovrebbero attenere ai principi e al funzionamento della Carta precedente attraverso l’aumento di diritti del “popolo sovrano”. Le proposte di modifica invece riguardano la seconda parte della Costituzione denominata “Ordinamento della Repubblica”, e quindi gli organi rappresentativi, la loro modalità di funzionamento, gli enti territoriali e tanto altro (sono ben 47 articoli). In questi casi una riforma che vuole essere tale interviene sul miglioramento della democrazia rappresentativa, sul rapporto con gli elettori, sulla maggiore vicinanza del corpo elettorale agli organi di rappresentanza politica, su nuovi elementi di democrazia partecipativa, avvicinando il Parlamento alle istanze degli elettori. Ecco, tutto questo non c’è e dunque la “riforma” proposta non è una riforma bensì una controriforma, che arriva dall’alto, da persone che hanno interessi propri svincolati dell’interesse generale e dal bene comune e per questo attaccano le riforme conquistate precedentemente, assecondando le decisioni di vertice, centralizzando appunto le decisioni, esautorando il Parlamento e, con la legge elettorale chiamata patriotticamente Italicum, attacca fortemente il principio di rappresentanza, in continuità con la legge precedente dichiarata anticostituzionale e di cui è espressione questo Parlamento: il c.d. Porcellum.

Difendere gli spazi di civiltà, di democrazia e di garanzia di cui la Costituzione si dovrebbe fare garante diventa un imperativo categorico. Perduta questa battaglia tutto diventerà più difficile e lo smantellamento definitivo dei diritti fondamentali di conquista democratica diventerà la naturale conseguenza politica.
I dettagli di questa “controriforma” messi a confronto con l’attuale Costituzione sono visionabili a questo LINK

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